
Domenica scorsa, l’08/11/2020, ci siamo ritrovati numerosi (ma ben distanziati e con mascherina, naturalmente) all’ECOBLITZ, una giornata di rilevamento dei rifiuti in ambito rurale, organizzata da Legambiente Leverano e della Terra d’Arneo nell’ambito delle attività per l’Ecomuseo, i cui risultati, che saranno presto pubblicati, confluiranno nel primo Bilancio Ambientale di Leverano.
Centro della nostra esplorazione era il comprensorio della Fichella, un’area di più di 180 ettari di estensione, di cui un quinto (circa 36 ettari) costituito da aree a forte valenza naturalistica (macchia, pseudosteppa, siepi, prato-pascolo).
Come si può immaginare, abbiamo concentrato il nostro sguardo sulle tante criticità che volevamo mappare, rifiuti, aree percorse dal fuoco, siepi estirpate da non meglio identificati lavori sulle strade del comprensorio, eppure la bellezza dei luoghi, da cui distoglievamo gli occhi per portare avanti la nostra ricerca, è riuscita comunque ad entrare in noi, lasciandoci la sensazione di starci impegnando a nome di tutti gli animali, i fiori, gli alberi, che non hanno voce propria, che non possono sedersi ai tavoli di discussione, ma che hanno lo stesso diritto a vivere.
Il giorno dopo (questa mattina) sono uscito per inserire qualche ultima segnalazione, criticità presenti in zone periferiche che non eravamo riusciti a toccare, mentre tra gli oliveti fluttuava una nebbia luminosa e silente, in cui era piacevole immergersi, per chi ha familiarità con questi luoghi.
E’ infatti da diversi mesi che ho iniziato a censire la biodiversità dell’Arneo, percorrendone abitualmente le aree naturali ed inserendo le osservazioni raccolte sulla piattaforma iNaturalist, dove le segnalazioni, dopo essere state validate da altri appassionati naturalisti provenienti da tutto il mondo, vengono poi riportate sul GBIF (Global Biodiversity Information Facility), un database sulla biodiversità aperto ai ricercatori da tutto il mondo, una risorsa che permette di conoscere la distribuzione delle specie per poterne tutelare le popolazioni.
Di per sé è un gran divertimento – esattamente ieri ho superato le 1.000 osservazioni – soprattutto perché l’interazione con altri naturalisti permette di risolvere piccoli misteri, riportando la presenza di specie in luoghi in cui sono considerate assenti.
Quella di stamattina però non mi ha colto impreparato: questa specie era attualmente in cima ai miei desiderata, per cui quando ne ho visto un piccolo gruppo svolazzarmi intorno non ho avuto dubbi: codibugnoli!
Se volete realizzare una credibile imitazione di un codibugnolo, ecco la ricetta: prendete una piccola pallina da ping-pong, ricopritela interamente di piume ed attaccateci ad un’estremità un minuscolo becco ed all’altra una coda spropositatamente lunga. Se poi considerate che i loro nidi, realizzati con licheni intessuti con tele di ragno, hanno la forma di piccoli igloo con tonde aperture, avrete senz’altro già capito: i codibugnoli sono praticamente l’equivalente degli gnomi (o degli hobbit, volendo) per gli uccelli e la loro vivacità rende anche assai difficile fotografarli.
In ogni caso i “miei” sono riuscito a fotografarli, così aggiungendoli alla lista delle specie presenti alla Fichella, che contiene tutte le specie fin qui rilevate per il comprensorio.
Questi piccoli, buffi uccelletti apparsi dalla nebbia, sembravano volermi ricordare, una volta di più, per chi ci stiamo impegnando: per loro, e per far sì che gli occhi meravigliati dei nostri figli e nipoti possano ancora incontrarli, in una mattina un po’ magica di nebbia luminosa.
Ah già, sì, perché mi ero scordato di dire che i codibugnoli, a prescindere dai miei ‘desiderata’, nel Salento proprio non ci sono.
E no, non sono neanche uccelli migratori. Qualcosa, evidentemente, avranno pur voluto dirci, con la loro magica presenza, stamattina.
Valentino Traversa